vecchi pensieri 89 (Vilipendio del Diritto)

Vilipendio del Diritto

L’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ebbe a dire che “Il Tricolore non è una semplice insegna di Stato, è un vessillo di libertà conquistata da un Popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e civiltà”. Parole di circostanza ormai lontane dal comune sentire? Un cittadino campano, oppostosi alla realizzazione di una seconda discarica nel Parco del Vesuvio, proprio per evidenziare come si calpestino usualmente i principi richiamati da Ciampi, bruciando il Tricolore nel corso di una dimostrazione, è stato denunciato per vilipendio alla bandiera e per adunata sediziosa. Una prova di zelo ancora ammessa dal codice penale, peraltro inficiato anche dall’omonimo codice di procedura ed entrambi riscritti in maniera tale da garantire impunità di ben altra portata. Se l’Italia è peggiorata nel corso degli anni per le scelte dei suoi governi non va dimenticato l’aiutino fornitoci pian piano dall’Ue. L’attuale deficit di Democrazia ed il sofferente stato del Diritto nazionale non possono essere “curati” attraverso leggi comunitarie. I piani dell’Europa Unita e “cementata” dal Trattato di Lisbona sono altri. Siamo condannati a subire una situazione generale peggiore del Ruanda, mentre a Bruxelles sono riservate competenze esclusive su dogane, politiche commerciali e concorrenza. La legge 89/2001 (“incoraggiata” dalla stessa Corte di Giustizia oberata dai ricorsi) è solo uno dei tanti esempi da cui si può evincere quanto interessino all’Europa le gravi ed estese disfunzioni italiane. Con tale legge il cittadino “leso” dalle lentezze giudiziarie deve chiedere la “riparazione” alle Corti d’Appello nazionali. In genere, quando e se viene riconosciuto il “danno”, i soldi liquidati bastano giusto per fare qualche cena in un buon ristorante con i patrocinatori della causa. Probabilmente pochi sanno che la costruzione europea è stata finanziata dalla Cia per contrastare l‘influenza sovietica e che gli Stati Uniti hanno imposto tale disegno quale condizione per concedere gli aiuti del Piano Marshall. Dal 1949 al 1959, nel pieno della “guerra fredda”, gli Usa, attraverso i loro servizi segreti e tramite il Comitato per l’Unione, hanno versato ai movimenti europeisti l’equivalente di cinquanta milioni di dollari. L’Ue odierna è figlia di quei tempi ed è figlia degenere dei nostri politici a causa dei quali, fra l’altro, sulle spalle dei cittadini italiani ricadono sanzioni milionarie per i mancati adeguamenti alle norme comunitarie. Solo per i rifiuti chimici, presenti nelle aree ex Sisas di Pioltello Rodano, l’Italia sta rischiando una multa pari a 195.840 euro pro die. Attualmente ci sono a nostro carico circa centoquaranta procedure d’infrazione su cui, e specialmente in merito agli importi da pagare, tutti glissano, Ue in primis. La stagione della propagandata Democrazia è finita da un pezzo e non è casuale che a discettare sull’”habemus pactum novum” abbia avuto pieno titolo l’uomo dal “cuore buono” mentre al Popolo vengono rifilate minzolinate o altri “pacchi” quotidiani. Per chi ha un minimo di preparazione giuridica è disagevole constatare che l’”angariato” da “sversamenti” subisca una denuncia laddove sono stati derubricati dal codice penale gli interessi privati in atti d’ufficio e lo stesso abuso d’ufficio di natura non patrimoniale, ma ci sono anche altre questioni che travalicano sia le miserie della “casta” che i confini nazionali, su cui tutti i maggiori media sorvolano. Non è da escludere che gli spensierati amanti del “bunga bunga” stiano contrattando un pensionamento off shore ed il “nuovo”, in predicato, sia più o meno prossimo al giro di boa. Restano comunque delle costanti che ricorrono e con cui bisogna fare i conti. E’ ragionevole dubitare sui requisiti e sui programmi degli sponsor per qualunque futuro premier che appaia o si presuma “mandato da Picone”. Nonostante il giubilo dei partecipanti al summit europeo per il “patto di stabilità rafforzato” e per il via libera al fondo anticrisi a garanzia della futura stabilità dell’euro, sostanzialmente suggeriti dalla task-force di Herman Van Rompuy, è doveroso palesare più di un dubbio sulle ormai lampanti derive oligarchico-economicistiche dispoticamente stabilite dal business globalizzato, di cui l’Europa è in parte vittima ed in parte complice. Da come si presenta la classe dirigente del Pd e per quello che emerge dal cursus honorum di chi aspira a prenderne il posto non si possono congetturare avvicendamenti “radicali”. Le altre forze d’opposizione, quando non suscitano interrogativi sui loro trascorsi e/o sui traguardi che si prefiggono, non appaiono in ogni modo bastevoli per invertire a breve la rotta del declino. E’ comprensibile turbarsi per le “insolite abitudini” del Presidente del Consiglio, per la lunga teoria di norme emanate sibi et suis, per il feeling che lo lega ai più singolari governanti del panorama internazionale e per l’insanabile conflitto d’interessi di cui è il portatore cardinale, ma tutto quanto viene tralasciato dai trombettieri mediatici non è affatto irrilevante. Sul fronte interno il potere economico si mostra appannaggio di un gruppo di delinquenti che hanno soppiantato le regole e le hanno sostituite con la forza delle relazioni personali. Gli sperticati elogi a certi governatori dalle concessioni facili per discariche e termovalorizzatori, significativamente targati, sono più che sufficienti per rappresentare il quadro. Sul fronte esterno la Commissione Europea sta contestando la “golden share” sulla Snam per consentire alle compagnie petrolifere statunitensi, britanniche e anglo-olandesi di assumere il controllo dell’Eni. L’Eurotower, auspicando la ripresa in generale, afferma: “I paesi che negli anni passati hanno subito perdite di competitività devono procedere a riforme strutturali, così come quelli che soffrono di disavanzi di bilancio o commerciali elevati. Bisogna eliminare le rigidità del mercato del lavoro e potenziare la crescita della produttività, stimolare la concorrenza nei mercati dei beni e soprattutto dei servizi. Profonde riforme risultano necessarie nei Paesi che in passato hanno subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di passivi nei conti pubblici e dissesti esterni elevati. Le manovre finanziarie 2011 devono riflettere l’impegno a conseguire un risanamento fiscale audace e adottare piani di risanamento pluriennali credibili con un’azione correttiva immediata, ambiziosa e convincente”. Se il ministro preposto, alias Robin Hood, dice poi che gli accordi europei sono ragionevoli ed assolutamente gestibili da parte del nostro Paese, a maggior ragione, la cosa non ci rassicura per nulla. Mentre un povero diavolo finisce sotto accusa per rammentare ai poliziotti, messi a guardia degli “sversamenti”, i continui sfregi alla bandiera, mentre la politica ed i giornalisti si distraggono con il “bunga bunga”, l’Italia sta andando in malora. Già predata da variegate forme di criminalità diventate endemiche, è oggi anche ostaggio di un meccanismo che funziona in forma semiautomatica ed autoritaria, che consente ai governanti di danzare sulle sue macerie, sacrificando i diritti basilari dei cittadini al collasso di un ordine economico sovranazionale imposto senza chiedere il loro consenso.

Antonio Bertinelli 30/10/2010

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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