Forze dell’Ordine vs cittadini
Lo scorso aprile a Lille, in Francia, migliaia di ferrovieri, provenienti da tutti i Paesi dell’Ue, hanno manifestato davanti all’Agenzia Ferroviaria Europea contro la distruzione sistematica delle reti nazionali, per difendere l’occupazione e gli standard di sicurezza messi a rischio dalle liberalizzazioni del trasporto ferroviario continentale. In Italia, i mezzi obsoleti, gli investimenti ridotti al minimo, le dismissioni di intere linee considerate “improduttive” ed il ridimensionamento dell’offerta complessiva, dopo aver lasciato campo libero alla concorrenza nel segmento merci, vedono allo sbando anche il servizio passeggeri. Mentre nelle maggiori città il servizio di assistenza è rivolto prevalentemente ai clienti dell’alta velocità l’intera rete ferroviaria è quasi un deserto, l’assistenza ai viaggiatori è carente, le biglietterie nei centri ritenuti meno importanti sono state chiuse, i pendolari subiscono gravi disagi quotidiani, l’ingente patrimonio delle stazioni abbandonate al degrado costituiscono, tra l’altro, anche un problema per la sicurezza dei ferrovieri e degli utenti. Le condizioni di lavoro dei dipendenti del principale vettore nel sistema di mobilità sono peggiorate ed i passeggeri devono anche fare attenzione a non rimanere pericolosamente imprigionati nelle porte delle carrozze private del “bordo sensibile”. Per certi aspetti, quando ci sono in ballo grandi speculazioni, l’Italia si fa “europea” ed in Parlamento trova ampio seguito il partito trasversale del tondino, del cemento e delle grandi opere a spese di Pantalone. Infatti la Camera dei Deputati ha da poco approvato, con voto unanime, la valenza strategica della Tav Torino-Lione, in spregio alla contrarietà delle popolazioni danneggiate dalla sua costruzione. Non è un caso che ci sia Fabrizio Palenzona, personaggio posto all’incrocio tra le vie della politica, quelle della finanza e dell’imprenditoria, ad incarnare tutti i presupposti per trasformare il Piemonte in una delle regioni chiavi per la realizzazione della grandi opere. Le argomentazioni di quelli che contrappongono e antepongono valutazioni concrete del rapporto costi-benefici dell’infrastruttura, mettono in conto la salvaguardia del territorio e delle sue risorse nell’interesse generale, vengono definite anacronistiche e dunque silenziate. La logica di certe scelte politiche è una soltanto: qualunque disastro economico o ambientale è accettabile purché gli effetti deleteri e le perdite siano addossate all’intera comunità mentre i guadagni finiscono nelle tasche di chi gestisce l’operazione. Quando si tratta di imperata bancari o di saziare gli appetiti delle oligarchie economiche finanziarie il ceto politico italiano è il primo a reclamare la patente di europeista, In questo senso non ha nulla da imparare dai governi di George Papandreou, di Nicolas Sarkozy, di Angela Merkel e dalle loro azioni di polizia. L’Ue non ha mai coltivato aspirazioni democratiche tanto che l’Europarlamento, unico organo eletto dal Popolo, è privo di effettivo potere politico. L’Italia, con i suoi personaggi di plastica, vede aumentare la distanza siderale che separa la “casta” dal Paese reale i cui cittadini si dibattono fra paure, incertezze e difficoltà di ogni genere. L’Europa dei Popoli sta franando sotto la pressione del Fmi, della Bce, dei mercati liberi, dei debiti pubblici, dei politici in servizio permanente effettivo dei grandi affari e delle decisioni che si prendono in Commissione a Bruxelles o in qualche altra “loggia” deputata all’uopo. Il termine polizia è generalmente impiegato per indicare l’insieme delle attività istituzionali di amministrazione tipiche delle comunità organizzate. Il nome prende origine dalla polis greca e dal suo sviluppo. Nulla di più lontano da quello che è accaduto, sta accadendo ed accadrà nelle piazze europee e italiane. Le Forze dell’Ordine sono sempre di più utilizzate per colpire la dissidenza ed anche in Italia, da molti anni avanguardia dell’autoritarismo di Eurolandia, non si lesina l’uso dei manganelli. Per il Governo il nemico è ovunque e il marchio d’infamia del terrorista viene applicato a chi si oppone. Per i telegiornali gli studenti e gli insegnanti che contestano la “riforma” dell’Istruzione, i lavoratori in lotta per il posto di lavoro, le popolazioni che difendono i propri territori sono semplicemente masse di facinorosi. Alcune questure spingono addirittura per ripristinare l’istituto della “sorveglianza speciale” nei confronti dei soggetti più “fastidiosi”. Pur rifuggendo dalle generalizzazioni, non è un buon segnale che il silenzio e l’omertà trovino spazio tra le Forze dell’Ordine. Per quanto anche i troppi abusi riportate dalle cronache passate e recenti siano certamente addebitabili ad un’involuzione culturale che muove dall’alto è bene rammentare che le attività operative di carabinieri, poliziotti e finanzieri dovrebbero tutelare i diritti della collettività e non ossequiare il livello gerarchico superiore o tutelare dei governanti in rotta di collisione con i basilari principi della Democrazia. Il capo della Polizia si è detto rammaricato per dover supplire alle carenze della politica, ma ha assicurato che gli “sversamenti” nelle discariche del Parco del Vesuvio saranno garantiti con l’uso della forza. Il problema è che il dialogo ha lasciato spazio ad un discorso di rottura, basato solo sulla contrapposizione tra poliziotti comandati e cittadini vessati. A noi dispiace che a presidiare i cantieri della Tav non ci siano i 512 deputati che hanno dato il via alla sua realizzazione. Ci rammarichiamo che a Terzigno non ci siano tutti quei politici che, insieme alla camorra, hanno avvelenato i terreni della Campania. C’è in atto la tendenza a creare uno stato di emergenza permanente tale da giustificare un aumento del controllo e della repressione fino a scatenare quella che appare all’orizzonte come una vera e propria guerra tra poveri. Un Popolo che si ribella alle angherie agisce per legittima difesa e non già per turbare quell’ordine costituito secondo equità e giustizia così ben sperimentato persino da magistrati “imprudenti” e da poliziotti “disallineati”.
Antonio Bertinelli 24/10/2010