vecchi pensieri 42 (L’etica negata)

L’etica negata

La dottrina di G.W.F. Hegel caratterizza lo Stato quale incarnazione suprema della moralità sociale e dell’interesse comune. Secondo il pensatore tedesco lo Stato è un organismo superiore alle sue singole entità che, tra l’altro, ha il compito di educare l’individuo; “E’ la sostanza etica consapevole di se, la riunione del principio della famiglia e della società civile”. Questa costruzione filosofica implica che “La libertà non sta nella coscienza del singolo ma si incarna in un’Istituzione a cui tutte le coscienze si subordinano”. Per i mentori dell’individualismo è stato facile sostenere che tali principi si prestavano alla nascita di un regime autoritario. Ma l’aver rigettato l’idealismo di Hegel ha forse garantito l’esercizio della Democrazia? Possiamo pure allinearci con K. Marx là dove critica l’astrattezza della filosofia hegeliana, ma non possiamo non rilevare come il rifiuto dello Stato etico abbia prodotto delle élites egemoni che pongono se stesse al di sopra di tutto e di tutti, agendo come una sorta di struttura autopoietica che non ha bisogno della sostanziale legittimazione popolare. Se Hegel, prescindendo dai fatti sociali in evoluzione, sembra mancare di senso storico non si può dire che gli attuali Governi manchino di cinico e sfrenato pragmatismo. Non solo hanno contribuito e contribuiscono a produrre gli eventi sociali da loro desiderati, ma attraverso il controllo dei più importanti mass media, hanno potuto “educare” milioni di individui e possono continuare a farlo. Pochi soggetti in sintonia d’interessi tra loro vincono e ne travolgono milioni isolatamente dissenzienti. Siamo così passati dalle perplessità teoriche sullo Stato etico alla realizzazione compiuta dello Stato putrido. La decadenza di un Paese si misura dalle innumerevoli disfunzioni burocratiche, dalla “furbizia” diffusa, dalle pratiche illecite che lo caratterizzano e dall’immoralità elevata a sistema di governo. Dalle banalità quotidiane all’impiego privatistico delle Istituzioni sono troppe le cose diventate “normali”: lo shopper messoci in conto dal supermercato è talmente fragile che non arriva integro al portabagagli dell’auto, i contratti per adesione sono leggibili solo da un esperto, è impossibile dialogare proficuamente con qualsiasi Ente Pubblico, è impensabile sperare nell’affidabilità di un qualunque servizio a pagamento, è comune che il conto corrente di un salariato non venga “remunerato” e subisca oneri annuali tali da risultare sempre in perdita, i redditi da lavoro subordinato, mediamente tra i più bassi d’Europa, sono spesso irrisori, l’indebitamento delle famiglie cresce in maniera abnorme grazie ad interessi passivi del tutto sproporzionati rispetto a quelli accordati sui depositi, è usuale che il riconoscimento di un diritto giunga post mortem. Turlupinare il prossimo e rubare sono gli sports maggiormente diffusi grazie all’esempio di chi lo ha fatto disarticolando progressivamente lo Stato. Come se non bastasse la consuetudinaria e ben coltivata impasse della Giustizia, opportuni e continui interventi legislativi hanno depotenziato il codice penale ed il relativo codice di procedura. Si possono subire truffe, aggressioni, furti e rapine; si può essere ammazzati per strada nell’indifferenza generale, si può passare direttamente da un fermo di polizia all’obitorio, ma, in ogni caso, specialmente se il reato è grave in termini di ricadute sociali, la certezza della pena è un optional che qualunque avvocato può risparmiare all’imputato, anche se patentemente colpevole. Un apparato normativo volutamente schizoide, che protegge i bancarottieri e tanti altri pirati della finanza, consente di comminare nove mesi di carcere per un paio di pedaggi autostradali non pagati o sbatte in cella qualche giovane disadattato sorpreso con un pò d’erba in tasca. Per non smentire la logica degli affari, in ossequio della quale G. Tremonti voleva “vendersi” persino le spiagge, prima o poi verranno privatizzate anche le carceri. Il modello di sviluppo americano, di solito imposto nei suoi aspetti peggiori, e segnatamente nei Paesi “colonizzati”, è passato già per quella strada. In Arizona stanno per dare in appalto anche il “braccio della morte”. Mentre l’Europa migliore (quella dei cittadini) ci sanziona regolarmente, l’Europa peggiore (quella delle oligarchie economico-finanziarie) troverà spazio per diffondere ed ampliare tutte quelle illibertà di cui gli italiani sono diventati cavie ante litteram. La Scuola e le Università hanno subito uno schiaffo che avrà gravi conseguenze sulla qualità futura dell’Istruzione Pubblica. Grazie alla politica dei tagli a pioggia è scesa recentemente in piazza finanche la Polizia. Presto ci sarà anche lo sciopero dei magistrati per difendere l’indipendenza del Potere Giudiziario. Le considerazioni filosofiche di Hegel non si possono applicare sic et simpliciter a delle realtà sociali complesse, ma, in un contesto favorevole, le sue intuizioni, rivedute e corrette, potrebbero magari costituire delle linee guida. Nel contesto italiano le speranze di troppi idioti sono riposte nella pubblicità elettorale che dura da un quindicennio, che continua a nascondere la situazione economica del Paese, che ha taroccato la “ricostruzione” successiva al terremoto dell’Aquila e che vuole subordinare la Magistratura all’Esecutivo. Il Governatore del Lazio avrà sicuramente guadagnato tanta umana comprensione. E’ stato inaspettatamente capace di provare vergogna, ha deciso di dimettersi e si è allontanato dai riflettori. Altri, appellandosi al mandato ricevuto, e di cui fanno strame in nome del Popolo, non sanno neanche che cosa sia il rossore.

Antonio Bertinelli 2/11/2009

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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