vecchi pensieri 44 (NO B DAY)

NO B DAY

Trasportate da un lungo fiume viola sono arrivate in Laterano anche un pò di bandiere rosse, forse fuori tempo e sicuramente fuori luogo. L’assenza di alcuni che si accreditano come esponenti dell’opposizione storica lascia intuire che è in aria l’ennesimo inciucio trasversale sulle “riforme”. Nulla di nuovo sotto il cielo italico dove, forse anche per questo, e per la prima volta, decine di migliaia di persone sono scese in piazza senza l’avallo di partiti o sindacati, irridendo il presunto fair play di certi “illuminati” da salotto televisivo. Davanti alla basilica si aggira qualche testa canuta, sono molti quelli con i capelli brizzolati. Le generazioni di coloro che hanno vissuto e creduto in un mondo migliore stanno insieme ad un mucchio di giovani autoconvocati che non hanno abbandonato la speranza di guardare al futuro, per esprimere solidarietà a chi vorrebbe solo un Paese “normale”. Il Popolo della Rete lo ha battezzato No B Day ma, pur essendo visibile qualche cartello dai contenuti eccessivamente “coloriti” o antipremier, i sentimenti che si respirano in piazza potrebbero considerarsi una summa di denunce contro i mille soprusi che ha subito e subisce il Popolo grazie alla degenerazione della politica. C’è chi critica S. Berlusconi ma non è tenero con M. D’Alema, c’è chi se la prende con le finte opposizioni e con i loro capitan tentenna. Qualcuno esprime apprezzamento per il rispetto che sembra nutrire G. Fini nei confronti di tutti gli organi costituzionali. Sono tante le anime confluite nel corteo, ma i temi che pongono all’attenzione della politica sono comuni: la precarietà del lavoro, le deficienze della Sanità, il ritrarsi del Welfare, l’illibertà di parola, la disinformazione, gli oscuramenti mediatici, il peggioramento dell’Istruzione, il disinteresse per la ricerca, la delegittimazione della Magistratura, l’omertà che caratterizza certe forze dello Stato, la mancanza di credibilità delle Istituzioni, le trame oscure, la ricattabilità di chi amministra la Cosa Pubblica, lo sdegno per quella corruzione che ha attraversato i partiti ed ha portato l’Italia nella situazione attuale. Un fermo no è stato gridato contro lo strapotere delle mafie. La maggioranza dei partecipanti è stata lontana dalle bandiere dei partiti. E’ probabile che qualche personaggio sia andato in piazza San Giovanni per tentare di capitalizzare quella protesta ed è bene che i giovani protagonisti dell’evento, nuove sentinelle della Democrazia, passate velocemente dal mondo virtuale a quello reale, imparino a diffidare di qualunque forma di personalismo e di cooptazione. Dove c’è dissenso non “autorizzato”, e questo succede anche sul web, è facile imbattersi in chi ha programmi diversi da quelli che annuncia magari su un blog o dichiara in pubblico, più o meno “fuori onda”. Ci sono siti costruiti ad hoc e ci sono abili saltimbanchi, con relativi incarichi istituzionali, che da molti anni parlano bene. Ma di parole, di pontieri e di “pompieri” abbiamo le tasche colme. La piazza, nella sua solare immediatezza, ha lasciato intendere che il problema non è un uomo, ma uno Stato invaso e privatizzato per salvaguardare gli interessi di pochi. In Cina le pallottole usate per le esecuzioni sono a carico dei condannati a morte. Il padre di Emanuela Loi, ridotta in pezzi dall’esplosione che uccise Paolo Borsellino, ha dovuto contrarre debito per pagare le spese di trasporto relative alle spoglie della figlia. Un bel primato per uno Stato che si dichiara libero, democratico e costituzionale. Ci auguriamo che il fiume viola possa continuare a scorrere portando via tutta la spazzatura in cui è immersa l’Italia.      

Antonio Bertinelli 6/11/2009

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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