vecchi pensieri 34 (Videocracy)

Videocracy

“Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte, sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? Come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi.”. All’epoca in cui Étienne de La Boétie scriveva queste righe non esisteva la televisione che aiutava il Popolo nel recitare l’eterna parte del gregge. In ogni tempo ed in ogni luogo i tiranni si sono avvalsi più della forza che della persuasione. I moderni regimi, con il controllo dei media, strutture portanti dei gruppi di potere meno visibili, hanno abbandonato quasi del tutto i sistemi coercitivi e si prodigano nella cattura del consenso sociale. L’impiego dei manganelli e dei tribunali speciali implicano il rischio di qualche insurrezione. Il potere odierno affonda subdolamente le sue radici nei meandri della psicologia. Facendo leva sugli impulsi fondamentali della psiche (combattività, alimentazione, sessualità, familiarità) può orientare le masse ed indurle al conformismo senza inimicarsele. Può convincere gli schiavi ad amare le proprie catene. L’impiego ripetuto e cadenzato di adeguati stimoli, sia palesi che subliminali, portano al superamento delle barriere razionali che si attivano di fronte alle costrizioni. Con opportune tecniche di comunicazione si entra nell’inconscio collettivo e si costringe l’individuo ad agire secondo meccanismi istintivi. La parte irrazionale della mente non pratica un controllo logico sui fatti e non fa obiezioni, ma reagisce di slancio alle idee e ai conflitti interiori. La televisione generalista ha rivoluzionato le mappe psichiche della gente. Coloro che hanno potere sui network radiotelevisivi possono condizionare gli individui, intercettando l’attenzione, catturando la fiducia, inducendo all’accettazione di obiettivi predefiniti in sede politica e a diffondere la convinzione che si vive nel migliore dei mondi possibili. I palinsesti nazionali, tranne rari e poco eccelsi casi, non presentano varietà di pensiero e quindi non consentono che i cittadini maturino valutazioni approfondite e meno legate all’emotività. Raiset, attraverso un’organica mediocrità, mantiene al livello più basso possibile la consapevolezza degli Italiani, coltiva la polarizzazione delle idee verso quelli che sono gli unici modelli di riferimento, verso quelle che sono le uniche opinioni possibili, suggerite da una struttura organizzativa funzionale ad interessi economici di rilevante portata. Togliendo il microfono alle voci dissonanti, con dei telegiornali fotocopie l’uno dell’altro, mettendo in programmazione grandi quantità di reality shows, telenovelas, vecchie serie televisive americane e trasmissioni clonate si è realizzato un gran pot-pourri per palati facili, basato sul culto dell’edonismo e della ricchezza, che ha addomesticato i telespettatori abbassando enormemente il loro spirito critico. In Tv non c’è più spazio per i cervelli; i ricchi, i belli ed i famosi hanno fatto cappotto ai poveri, ai disoccupati e agli intellettuali. Giulio Tremonti, durante il meeting di Rimini, ha potuto dare la sua versione edulcorata sullo stato attuale dell’economia e sulle scelte adottate dal Governo. Con una televisione pluralista si sarebbe potuto chiedere quando si metterà fine alla pratica di socializzare le perdite e di privatizzare gli utili di certe imprese. Si sarebbe potuto replicare che una delle strategie di rientro più utilizzate nel nostro Paese è quello di recuperare subito i debiti per reinvestire al più presto in attività finanziarie che si presentano più appetibili. Si sarebbe potuto mettere l’accento su tutte quelle aziende che, in via di ristrutturazione, sono state colte a metà del guado dalla crisi internazionale e che probabilmente saranno costrette a chiudere, come la Unifast di Bagnoli, trascinando nel gorgo provocato dai giochi bancari le rispettive maestranze. Si sarebbe potuto domandare cosa intende fare l’Esecutivo per contenere i rischi di una probabile e prossima stagflazione e cosa può fare l’Italia per spingere altri Stati verso una nuova Bretton Woods. Attraverso quello che i Francesi definirono “tele-fascisme” si è puntato al bersaglio grosso: fabbricare quotidianamente adesioni e consensi. Tutto quello che non piace a questo Governo deve essere estromesso da Raiset. Ultimamente quello che dovrebbe essere un servizio pubblico, contro gli stessi interessi aziendali, ha più volte criptato i suoi programmi per gli utenti di Sky. Questa televisione confonde, oscura, appiattisce, deforma, non consente di ribattere ad un’icona dell’economia con dati reali, questa televisione censura il trailer di “Videocracy”. Ci piace pensare che i cambiamenti, quelli importanti, prescindono da quello che viene lasciato accadere dentro il piccolo schermo, ma nascono e crescono dentro ognuno di noi.

Antonio Bertinelli 30/8/2009

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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