Come fa abitualmente in estate, la figlia del nostro amico è tornata in Italia per trascorre le ferie. Per l’occasione è andata a fare visita alla nonna ed alla zia, le invalide della storia che stiamo raccontando. Come era intuibile le ha trovate peggiorate e quindi sta facendo pressione sul padre per fargli trovare una qualche soluzione al datato problema familiare “curato” in tribunale. Alla donna sta maggiormente a cuore la sorte della zia, “persona bella, dolce, brillante e buona”, costretta a convivere con la madre novantaduenne e scorbutica, senza la presenza assidua del fratello (indagato per simulazione di reato perché ha cercato di preservare gli interessi delle due congiunte). Nelle famiglie che finiscono attenzionate dalla magistratura, per i vari componenti del nucleo, sta diventando una variabile dal decorso incontrollabile anche la longevità, nuovo humus giudiziario per alimentare la pletora di addetti che si presentano a “fornire aiuto”. L’impiego disinvolto del codice penale è diventato quanto mai ricorrente. Il metodo delle false accuse e delle certificazioni di comodo, prevalentemente mutuato dal settore delle separazioni coniugali, sta dilagando anche per fornire “tutela legale” ai disabili e agli anziani non autosufficienti. L’orripilante vicenda del prof. Carlo Gilardi è solo la punta di un iceberg (https://www.politicamentecorretto.com/2021/08/02/ricorso-al-pubblico-ministero-per-carlo-gilardi/). Qualche giorno fa è deceduta la madre dell’autore di “La Fuffoscuola lessico fuori dai denti di un insegnante a fine carriera”. Possiamo anche ipotizzare che il prof. Monello fosse poco gradito ad una badante (da lui licenziata) e “fastidiosamente” zelante nell’accudire la sua vecchia madre convivente, ma chi potrebbe mai credere o fornire adeguati riscontri che maltrattasse la genitrice, alle quali cure aveva sacrificato gran parte della sua vita? Eppure è stato messo alla porta dai carabinieri e indagato per violazione dell’art. 572 c.p. (http://picciokkumalu.blogspot.com/2020/09/troppi-panni-cambiati-all-anziana-madre.html). Nel culto dell’eroe e della sua azione salvifica non c’è ragione, pur macroscopica, che tenga, così la claque incaricata plaude al successo del presidente del consiglio nell’aver mandato velocemente in Parlamento la riforma della giustizia. Ma di quale riforma si parla? Stiamo saltando a piè pari lo stato pietoso in cui versa deliberatamente la giurisdizione da un trentennio. Nessuna discussione pubblica sulla giustizia civile, mutismo su organici e standard di rendimento dei magistrati. Stanno scivolando via senza troppe remore istituzionali, quasi nel silenzio mediatico, due gravissimi fatti: le rivelazioni di Luca Palamara e quelle di Piero Amara. Per lasciare inalterato il sistema circostanziatamente descritto dall’ex presidente dell’ANM quest’ultimo è stato condannato ed espulso dalla magistratura solo per aver interloquito, nel corso di uno dei tanti incontri conviviali, con un politico inquisito (sic). Tutto il resto (dalle promozioni di “asini” agli aggiustamenti di sentenze, cose ben più gravi di un incontro “galeotto”, cose che hanno toccato un gran numero di magistrati) è solo acqua passata. “Past water no longer grinds”. Che ne è stato della “loggia Ungheria”? Piero Amara ha dichiarato che ne facevano parte magistrati, politici, imprenditori, avvocati e uomini d’affari; anche per guidare le nomine del Csm. Ci sono tante procure della Repubblica che potrebbero porsi delle domande, ma altrettanti imbarazzi nell’indagare.
8/8/2021 Antonio Bertinelli
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