Giustizia 2021? un incubo (56 puntata)

In difetto di aggiornamenti tocchiamo alcuni temi solo parzialmente attinenti alla vicenda che stiamo raccontando o, per meglio dire, sfiorano solo qualche assunto. C’è il rancore (fruibile per una causa molto poco nobile) di un’anziana verso i propri figli (fenomeno in questo caso di pertinenza psichiatrica-geriatrica); c’è l’impiego di malevolenza e falsità in sede giudiziaria. A volte le chiamano indagini, ma non sono esenti dai condizionamenti della spirale dell’odio e dell’inganno. Non amiamo fare delle elucubrazioni, ma ci piace offrire al lettore la possibilità di affrontare con estrema prudenza, qualora ne avesse bisogno, esperienze suscettibili di incursioni “istituzionali” nell’ambito dell’entourage familiare. Non vogliamo proprio assuefarci alla predominanza del male. Da più indicatori ci sembra che pure i vecchi ed i disabili siano diventati ricorrenti bersagli di farabutti, peggiori se titolati. L’appostamento alla facile rendita sta diventando sempre più frequente da parte dei “professionisti” del ramo. Essi agiscono entrando spesso in collisione ed in conflitto d’interessi con le famiglie che si trovano in eterogenee situazioni di fragilità. L’arte “venatoria” è possibile da quando l’istituto familiare è stato posto dal legislatore sotto la “tutela” della magistratura (vedi 35 puntata). Intorno alle problematiche della famiglia è nato un grande giro d’affari, sempre più fiorente con il passare degli anni. Fatti che una volta venivano percepiti come raccapriccianti sono diventati il pane quotidiano per giudici, avvocati, consulenti, medici legali, sindaci ed altri “professionisti” del settore. I talenti degli spregiudicati: la malvagità, l’individuazione di vantaggi privati e l’indifferenza per il proprio simile, sovrastano le aspirazioni delle persone di buona volontà. Da un trentennio, sulle comode poltrone dei sub dominanti si passano il testimone comparse di modesto valore. Sempre nel rispetto di vuote celebrazioni, di riti inefficaci e di esternazioni parolaie, questi personaggi ci hanno condotto al nichilismo, allo smottamento antropologico ed al vivere in uno stato di montante barbarie. Stavamo pensando alla sorte riservata al benefattore “incarcerato” in una Rsa di Lecco. Una sorella più vecchia di lui ha sottoscritto l’intervento a tutela del prof. Carlo Gilardi e l’apparato predisposto per casi come il suo si è messo alacremente in moto. A questo indirizzo https://www.carlogilardi.com/it/70-esposto-alla-procura leggiamo: “… Una combutta di legali di città e notabili di paese hanno ridotto il Prof. Gilardi in schiavitù, zimbello di un giudice e di avvocati che possono indicarlo, lì in catene dietro al carro trionfale dei legali, come esempio di quello che capita ai vecchi che pensano di fare i furbi ed accusare un avvocato di sostegno protetto da un giudice. Raggiunta una certa età e debolezza, gli anziani perdono diritti; spesso capita di perderli tutti, in modo più o meno spiacevole, specialmente se non hai un protettore affidabile …” Abbiamo il timore che l’emerito professore di Airuno, verosimilmente già “ammorbidito” dalle cure che vengono impiegate nelle RSA e dalla traumatizzante esperienza in corso da cinque mesi, non possa più riottenere la sua libertà. Anche la storia del nostro reclamante comincia con una ultranovantenne che si affida ad un avvocato. Non ci è dato di conoscere come questi sia giunto a casa dell’anziana disabile. Questo avvocato è in feeling con dei centri antiviolenza. Queste organizzazioni hanno una rete di collaboratori e di simpatizzanti in ogni dove, inclusi alcuni tribunali. Il loro operare si basa su informazioni di violenze subite dalle donne e da loro stesse censite. Con numeri autocertificati drenano una quantità di risorse finanziarie che, tra l’altro, ne moltiplicano il potere. Solo a titolo di esempio va detto che, su dei dati totalmente inventati o gonfiati a dismisura, l’anno scorso i C.A.V. hanno ottenuto dal ministero competente un regalino da trenta milioni di euro.

29/3/2021 Antonio Bertinelli

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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