Giustizia 2020? un incubo (24 puntata)

Per i profani va premesso che i pubblici ministeri usualmente tollerano negli avvocati modi di procedere non consentiti agli altri loro “utenti”. A nostro avviso, nel caso di cui narriamo, anche per l’ordine cronologico degli eventi verificatisi, tale consuetudine andava temporaneamente accantonata. Dalla disamina delle carte prodotte nel corso delle indagini su ordine del P.M. emerge come un inspiegabile privilegio la totale assenza di dichiarazioni da parte dell’avvocato ingaggiato dalla vecchia disabile, lo stesso incontrato casualmente dal figlio il 12 giugno 2020 e da lui diffidato a motivo della documentata fragilità delle due donne conviventi. I confini del legale e dell’etico non sempre coincidono. C’è stato un tempo nel quale la deontologia impregnava ogni attività professionale, veniva prima ed andava oltre i cavilli giuridici. Oggi, molto spesso, non funziona più così. Per tale ragione ci dobbiamo limitare a prendere atto della correttezza formale dell’azione dell’avvocato. Nessuno potrà mai dimostrare senza ombra di dubbio che, tramite il figlio della sua “cliente”, il 12 giugno 2020 il professionista aveva preso visione della situazione medica e dei documenti contabili che riguardavano la donna “tutelata”. Verba volant scripta manent. (Per dirla semplicemente, c’è la sua parola contro quella del figlio della disabile). Non è da sottovalutare il fatto che in tribunale l’avvocato è un “addetto ai lavori” mentre il ricorrente è un elemento distopico, un granello di sabbia che rischia d’inceppare il collaudato meccanismo giudiziario così come si è consolidato da anni. Di certo spiazzato dalla lettera raccomandata scritta dal nostro ricorrente/denunciante il 6 luglio 2020 (vedi 3 puntata) il legale si renderà conto che necessita di un certificato che “abiliti” la novantunenne a firmargli una procura. La sua intuizione trova terreno fertile nel medico curante della vecchia e nella nipote della stessa. Il primo, dimentico di tutto e soprattutto delle richieste di visite specialistiche (psichiatrica, geriatrica per le disarmonie comportamentali dell’anziana paziente) da lui formulate a penna l’11 giugno 2020, la seconda sollecita nell’andare a ritirare il certificato che attesta le “normali” capacità intellettive della zia. Il primo documento che l’avvocato dirà di conoscere è appunto quello funzionale all’incarico che assumerà successivamente. Quello stilato dall’enigmatico medico il 21 luglio 2020, giusto il giorno precedente alla firma che la vecchia apporrà il 22 luglio 2020 sulla procura speciale poi esibita al G.T. in tribunale. L’ambito certificato (l’invalida è capace d’intendere e di volere) garantisce ancora in data odierna a qualunque malfattore il prosieguo della spoliazione della novantunenne senza correre rischi di sorta.

19/11/2020 Antonio Bertinelli

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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