Giustizia 2020? un incubo (23 puntata)

Da quanto si legge agli atti, durante le indagini condotte dal P.M., al medico non è stato consentito di chiarire le ragioni del suo diacronico certificare. L’11 giugno 2020 il medico ha ritenuto “normale” che la sua paziente avesse alienato un sacchetto di preziosi perché, secondo quanto affermava la stessa, il figlio non le forniva denaro a sufficienza. Non ha battuto ciglia sui saltuari sbarramenti dell’anziana donna, che hanno impedito anche l’ingresso del figlio in casa. Non si è scomposto sapendo che per un breve periodo ha fatto persino cambiare la serratura dell’abitazione. Non ha eccepito sul fatto che la vecchia ha accusato l’unico suo nipote di aver rubato della roba alla propria figlia, roba che invece lei stessa aveva regalato ad altri. Con ammirevole sensibilità, l’11 giugno 2020, il medico ha preferito delegare agli specialisti dei rispettivi rami le diagnosi psichiatriche e geriatriche sulla sua paziente, predisponendo di suo pugno gli appositi moduli. A distanza di pochi giorni, il 21 luglio 2020, il medico ha cambiato idea ed ha certificato ad una nipote della novantunenne la sua capacità d’intendere e di volere. Dunque il punto interrogativo sul certificare/richiedere del medico rimane lì, come un macigno, senza risposte, con i due moduli da lui riempiti depositati nella cancelleria del G.T. Gli altri due attori inseritisi nelle traversie familiari, l’avvocato ingaggiato dall’anziana donna e la sua improvvisata “badante”, appaiono di certo molto più comprensibili. L’avvocato, ovviamente pagato, pur senza aver mai scritto una sola riga in tribunale, convitato di pietra, dirige le azioni e le inazioni della sua “cliente”. Tra i suoi successi lascia annoverare il divieto fatto alla vecchia di firmare una procura generale al figlio. In tal modo, visto che la donna è restia da sempre a sottoscrivere qualunque documento la riguardi, tra le altre cose, riesce anche a causare il blocco dell’erogazione della sua pensione (blocco ancora operativo!). Al di là dei “si dice”, il figlio della vecchia NON PUO’ AMMINISTRARLA E NON HA IL POTERE DI FIRMARE PER LEI, quindi non può ripristinare tale erogazione. Nella deposizione fatta ai C.C. dalla novella “badante” dell’anziana disabile, quella che, tra l’altro, si è fatta carico di vendere per suo conto una quantità imprecisata di gioielli di famiglia, la stessa asserisce che il ricorrente/denunciante ha abbandonato le congiunte dal mese di giugno 2020. La signora sembra aver dimenticato che l’uomo, prima della sua provvidenziale comparsa, non disunita da quella dell’avvocato prima citato, provvedeva quotidianamente e personalmente da molti anni a tutti i bisogni delle congiunte. La signora sembra dimenticare che l’uomo da lei accusato, durante il periodo di lockdown, è stato più volte lasciato fuori dalla porta di casa dalla madre (e non si sa perché). La signora sembra dimenticare che alle ore 13,16 del 13 giugno 2020 ha ricevuto dall’uomo un preoccupato messaggio sul suo cellulare per l’ennesimo sbarramento della vecchia in casa, tanto che aveva dovuto introdurre attraverso le fessure delle persiane di una camera dell’abitazione la pizza acquistata poco prima per la sorella. La signora sembra dimenticare il suo stupore quando, reclamando (a quale titolo?) per il prelievo fatto il 6 maggio 2019 dal congiunto sul libretto postale cointestato a madre e figlia, ha saputo della ricevuta giustificativa lasciata nel libretto ed ha avuto contezza che dal denaro (pur lecitamente prelevato un anno prima) non mancava neanche un euro. La signora sembra dimenticare che il pluriennale sacrificio dell’uomo a favore della madre e della sorella non è stato mai remunerato, mentre il suo recente e disinteressato impegno, in favore delle donne disabili conviventi, è premiato quanto meno dal regalo di dieci euro all’ora. La signora sembra dimenticare che il 10 giugno 2020, davanti al notaio xxxxxxxxxxxxxx ed al suo collaboratore xxxxxxxxxxxxx, è stata lei a dissuadere la zia dal firmare la procura generale al figlio asserendo che stavano in attesa di un avvocato per risolvere i problemi della vecchia. Problemi che non sono stati minimamente risolti per l’assenza di una procura generale, ma bensì si sono pesantemente aggravati.

18/11/2020 Antonio Bertinelli

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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