Giustizia 2020? un incubo (21 puntata)

Per rispetto della reputazione e della dignità delle persone, ponderazione vorrebbe che un’indagine tenesse conto anche del contesto in cui si ipotizza la consumazione di reati e dei soggetti sui quali si addensano i sospetti dell’investigatore. Di certo senza timori reverenziali, ma anche con l’avvedutezza che impongono le diverse circostanze nelle quali ci si imbatte in veste di autorità inquirente. Dopo il deposito della richiesta di archiviazione delle accuse da parte del nostro indagato, ci facciamo latori di un breve riassunto.

Per consentire d’incorniciare al meglio la storia vanno conosciuti i suoi personaggi. C’è un’ultranovantenne, che crea sistematicamente problemi a chi tenta di amministrarla secondo le disposizioni di legge vigenti ed una sua nipote, che da tempo ha asciugato sia i risparmi della madre (ora deceduta) che quelli di uno zio quasi novantenne (ancora in vita). I figli della vecchia hanno sempre incoraggiato la sua abitudine di fare qualche piccolo regalo alla parente con basso reddito e con figlio disoccupato. Il ricorrente ha da tempo promesso, a questo zio rimasto senza soldi e per tale ragione molto preoccupato, che al bisogno provvederà alle spese del suo funerale. Nel penoso quadro familiare, oltre a detta parente “povera” appaiono la figlia benestante (affetta da un disturbo psichiatrico cronico), un medico che rilascia certificazioni “contraddittorie” in tempi ravvicinati (perché?), un intraprendente avvocato (chi l’ha portato a casa delle due disabili per fargli ottenere una procura?) ed il ricorrente/denunciante (persona di provata integrità morale). Quando nell’assortito gruppo interviene la Magistratura gli eventi prendono una piega inaspettata. La donna con fragilità psichiatrica, senza più gli abituali riferimenti affettivi, peggiora e perde velocemente lucidità. La novantunenne, che tra l’altro si lamenta da qualche mese per diversi ammanchi di roba in casa, con l’ausilio della nipote “povera”, ha alienato i gioielli di famiglia con inusitata nonchalance e manifesta l’intenzione di ripetere altre operazioni simili. Inoltre la vecchia disabile, incapace di riscuotere la pensione da sola, rimane senza perché il figlio, a motivo del postamat “scaduto”, non la può più prelevare in sua vece dal marzo 2020. Tutte le pratiche svolte dal figlio fin dal 2006 rimangono bloccate. L’avvocato, subito dopo l’ingaggio da parte della vecchia, ed il medico (lo stesso che aveva richiesto controllo psichiatrico-geriatrico), solo in un secondo tempo, hanno asseverato che la novantunenne, pur se individuo impossibile da amministrare, è capace d’intendere e di volere. Quindi in quella casa, dove abitano le due disabili, è tutto regolare, inspiegabili sparizioni incluse. Ci manca solo una comparsata televisiva nella trasmissione “Non è la d’Urso” affinché l’anziana donna possa ottenere il sigillo della sua integrità psico-fisica. L’uomo, che ha denunciato i possibili reati compiuti da ignoti a danno di madre e sorella, viene indagato per simulazione di reato.

10/11/2020 Antonio Bertinelli

Pubblicato da antoniobertinelli

Melius cavere quam pavere

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