Per accertare quanto le sue sensazioni di un’indagine marcatamente spostata su alcuni elementi distrattori siano palpabili l’istante dovrà aspettare il 28 settembre 2020, giorno fissato per la seconda udienza dal giudice tutelare. Per usare un’espressione colorata si potrebbe dire che qualcuno gli ha teso un’imboscata ed ha sparato alla Croce Rossa. Proprio per la singolarità della situazione che riguarda lo stato di salute della madre e della sorella, con gli annessi problemi amministrativi ancora da risolvere, la data fissata per l’udienza è stata spostata troppo in avanti. Tutte le emergenze che riguardano le due donne rimangono “congelate”. Malgrado lo sgradevole contesto, in cuor suo l’uomo solidarizza con il giudice tutelare. Ha avuto modo d’incontrarlo in altre precedenti circostanze e sa che è persona sensibile alla sofferenza dei suoi interlocutori. Nel corso dell’udienza del 27 luglio 2020 l’ha visto molto affaticato e con difficoltà a concentrarsi su dati oggettivi, l’ha visto in imbarazzo correre dietro ai diversivi che abilmente usa l’avvocato, quello incontrato il 12 giugno 2020 a casa della vecchia. L’ha visto distolto e preoccupato dal peggioramento della salute della donna più giovane. Il giudice, però, senza tenere conto che la beneficiaria del suo futuro provvedimento, è praticamente allettata, dispone la sua convocazione per il 28 settembre 2020. L’istante fa notare che sua madre è documentatamente incapace di camminare (come peraltro già dichiarato anche in una certificazione medica INPS dell’anno 2013), aggiunge che non dispone di un mezzo adatto per gli spostamenti e da oltre un anno non esce neanche da casa accompagnata. Il giudice si lascia ancora una volta distrarre dall’avvocato che gli assicura di poter scortare personalmente l’invalida all’udienza di fine settembre, cosa che puntualmente e naturalmente non avverrà.
28/10/2020 Antonio Bertinelli