Beppe Grillo chiama a raccolta le mamme
Se alle nostre convinzioni sommiamo le dichiarazioni di Aaron Russo e le ammissioni di Gloria Steinem sui finanziamenti che la Cia ha fornito a Ms. Magazine, dobbiamo ammettere che il virus del femminismo, con tutti danni che ha prodotto, soprattutto in termini di destabilizzazione familiare, non dispone attualmente di cure efficaci. Abbiamo fatto un’altra visita sul blog di Beppe Grillo (sta diventando una consuetudine). Il comico ha sposato una nuova causa e rivolge un appello alle mamme italiane per contenere le spese inutili. Troverà terreno fertile? Quante donne-mamme saranno sfuggite all’omologazione, che è cosa ben diversa dalle storiche rivendicazioni per la parità giuridica? In Italia il processo di indottrinamento femminile si protrae dall’inizio degli anni settanta dello scorso secolo e, a tutt’oggi, si avvale di una continua e poderosa propaganda finanziata anche e soprattutto fuori dei confini nazionali. Grillo ha solo un blog, gli altri hanno il controllo di un impero mediatico che, tra l’altro, ha imposto le nuove regole della genitorialità, ha spronato le donne alla totale “realizzazione” nel mondo del lavoro ed incoraggia tutti ad ogni sorta di consumo. Non abbiamo avuto modo di seguire l’epilogo della vicenda ma, lo scorso maggio, il Congresso americano si fece promotore di una legge al fine di vietare l’uso “tossico” delle carte di credito ai teenagers, i cui debiti finivano per gravare pesantemente sulle spalle dei genitori. In quel periodo i banchieri parlavano di pericolose ingerenze nell’economia e ne osteggiavano l’iter legislativo. Nulla di più scontato nel Paese dove esistono mediamente 13 credit cards per famiglia. Non possiamo augurarci un tracollo dei consumi anche a causa di chi può spendere e smette di farlo; le conseguenze sull’economia reale, che pagherebbero i più deboli, sarebbero ancora più pesanti. E’ comunque auspicabile che tutti rimodulino i propri criteri di spesa. In Italia il fenomeno della “leva finanziaria” è stato molto contenuto ma, altrove gli istituti di credito hanno spinto ad acquistare i cosiddetti “derivati” e “strutturati”, hanno volutamente ignorato la sostenibilità nel tempo di tali profitti per poi scaricare, al momento opportuno, le perdite sulle masse. Nel nostro Paese, in pochi anni, si è passati dall’incitamento al risparmio (una buona maniera per indirizzare la gente verso una spesa consapevole) alla cultura del debito, attraverso vari sistemi di pagamento che spingono a bruciare redditi non ancora percepiti. Da quando è stato introdotto l’euro gli Italiani, per potersi garantire un tenore di vita stabile, hanno dovuto ricorrere alle banche e alle finanziarie in maniera sempre più frequente. Da quel momento ad oggi l’indebitamento medio è cresciuto di oltre ottanta punti percentuali. Attualmente il debito degli Italiani si attesta a 15.067 E per famiglia. Al di sopra della media nazionale ci sono molte realtà in Abruzzo, in Puglia e in Campania, probabilmente imputabili all’aggravarsi della crisi economica, che hanno costretto a chiedere prestiti per affrontare una situazione di emergenza. I banchieri si stanno riprendendo quei piccoli patrimoni che tante famiglie italiane hanno accumulato con il lavoro e con il sacrificio nei sessanta anni successivi alla II guerra. Il Governo ha promesso una strenua lotta contro le mafie. Grillo sta chiamando a raccolta le mamme per far quadrare i bilanci delle famiglie. Di padri, in verità, ce ne sono rimasti pochi. Mutuando l’idea espressa sul blog citato, ci rivolgiamo a tutti quelli ancora in condizioni di poter esercitare la potestas affinchè insegnino ai figli i modi per muoversi nel mondo che si sta delineando. Anziché renderli del tutto funzionali al contesto, sarebbe preferibile trasmettere ai giovani tutte le nozioni necessarie per sopravvivere con le risorse disponibili in natura. Abbiamo delle riserve sia sugli esiti della guerra nostrana alla mafia che sulle capacità salvifiche di qualche mamma demodé. E poi nel prossimo futuro i bambini nasceranno da uteri artificiali.
Antonio Bertinelli 16/8/2009