Il disegno eversivo
Secondo alcuni psicologi la sindrome del Truman Show è la nevrosi del ventunesimo secolo. Microspie, intercettazioni telefoniche, telecamere nascoste, controlli biometrici, sistemi satellitari, carte magnetiche, computers, microfoni direzionali, telefonini e pedinamenti digitali, consentono di “catturare” la vita di ognuno in maniera sistematica. Il controllo e la catalogazione di massa è già cominciata. Se le leggi del Paese in cui si opera non lo consentono, e si ha lo scrupolo di voler agire nella legalità, basta ubicare il centro di raccolta dati all’estero. Attualmente non c’è nulla di più facile dello spionaggio via internet. Tralasciando molti altri sistemi illegali di dossieraggio, e senza addentrarci in una disamina tecnica, basta dire che un computer collegato alla rete telefonica è particolarmente vulnerabile; si presta all’immissione di dati “compromettenti” e al furto di qualunque documento, posta elettronica compresa. Il computer “bersaglio” può essere inoltre impiegato per “infettare” altri computers e siti web dai contenuti indesiderati. Da sempre esistono spie ed agenti provocatori al servizio dello Stato, o quantomeno operanti in subordine a qualche spezzone dello stesso. Si annoverano tra i loro compiti il controllo del dissenso e le operazioni di “disinformazione” ad uso dell’opinione pubblica interna come di quella “nemica”. Negli ultimi decenni, col moltiplicarsi dei grandi interessi economici e finanziari, sono nate diverse agenzie (alcune sono veri e propri networks di potere criminale che uniscono pezzi di istituzioni, media, società di telecomunicazioni, centri di affari e politica) che si dedicano allo spionaggio esclusivamente per fini privati. I Servizi Segreti dipendono dal Presidente del Consiglio; si occupano della sicurezza nazionale nei tempi e nei modi che lo stesso ritiene opportuno. I gruppi indipendenti sono al servizio di chi offre di più. Se la recente storia d’Italia è intessuta di misteri, di giochi di specchi e di trame tra potenti, si può solo immaginare cosa accada oggi grazie all’uso indiscriminato delle moderne tecnologie da parte di chi ha l’opportunità di servirsene, fuori da ogni autorizzazione e garanzia, decidendo chi sia degno delle attenzioni delle proprie “barbe finte”. Basti pensare al “grande orecchio” Echelon, di non lontana memoria, utilizzato dalla National Security Agency americana, anche in Europa, quale sistema di sorveglianza globale. Da molti anni la CIA collabora con industrie private per sviluppare dei congegni radio sottocutanei finalizzati all’identificazione personale. Da anni sono pronti dei transponders d’identificazione iniettabili con siringa. Tutto viene giustificato con le esigenze della “sicurezza nazionale” Questi sistemi rappresentano la più grande minaccia alla libertà personale che si sia mai realizzata nella storia dell’umanità. Quello che avviene negli States prima o poi attraversa gli oceani. Sembra proprio inevitabile. Nel Bel Paese, dove abbondano i centri di potere opaco, ci viene raccontato che per difendere la privacy della gente servono i bavagli per i pochissimi media non allineati, il controllo dei blogs ed una sostanziale limitazione delle intercettazioni ordinate dai giudici. Non si vogliono certamente negare quei fenomeni patologici che interessano certi settori della Magistratura, ma di qui a fare di tutta un erba un fascio ce ne corre. L. De Magistris non ha forse apertamente dichiarato che tutta la sua attività investigativa era stata probabilmente, o quasi certamente, monitorata fin dall’inizio, e non dagli 007 dei Servizi Segreti ma da una società con maniglie nel Palazzo? I numerosi reality shows televisivi non servono forse per abituare le persone del brave new world ad essere costantemente monitorate in nome di qualche superiore interesse “collettivo”? Parte del circo mediatico, anch’esso travolto da questo andazzo meramente voyeuristico, in certi casi, ha finito per infastidire il suo stesso pigmalione. Ma è questo che disturba veramente? E’ in atto un “disegno eversivo” platealmente denunciato (vorremo conoscerne gli artefici) o c’è dell’altro? Il fatto che il DDL sulle intercettazioni abbia potuto contare anche su venti voti dell’opposizione è un segnale inquietante. Ci sembra che il mai dimenticato Piano di Rinascita Democratica stia per essere realizzato con accuratezza certosina e con un formidabile dispiego di mezzi. Stiamo forse diventando paranoici?
15/6/2009 Antonio Bertinelli